In un hotel dismesso di Los Angeles si intrecciano le storie di alcuni bizzarri ospiti che in quel luogo trovano rifugio: Tom Tom (Jeremy Davies), la sua amata Eloise (Milla Jovovich) e un poliziotto incaricato di indagare su un caso di omicidio (Mel Gibson). Difficile salvare qualcosa in questo maldestro pastiche tratto da un soggetto di Bono Vox, leader degli U2, e Nicholas Klein. Se l'idea di partenza, legata più alla fascinazione di un ambiente che a una trama vera e propria, poteva sembrare interessante, il risultato finale purtroppo risulta confusionario e inconsistente. Più involucro che contenuto in questo ennesimo viaggio nel panorama metropolitano americano firmato Wenders. Tra una citazione di Hopper e un brano musicale, tutto risulta soffocato sotto una posticcia estetica da videoclip, che riesce a rendere quasi insostenibile un film costruito su caratterizzazioni di personaggi banali e svogliate. Tanto Tom Tom quanto Eloise riproducono facili stereotipi legati a figure di sbandati, emarginati, autistici dal cuore innocente. Nella loro candida storia d'amore si legge una condanna al mondo crudele degli “oppressori”, dei tutori dell'ordine incapaci di rispettare le peculiarità di ogni persona. Ma tutto ha il sapore del già visto, e altrove è stato descritto meglio. Unica figura che suscita curiosità è quella del poliziotto, interpretato da un Mel Gibson perfettamente fuori contesto. Nonostante le evidenti pecche, vinse un Orso d'Argento a Berlino.