The Millionaire
Slumdog Millionaire
2008
Paesi
Gran Bretagna, Usa
Generi
Drammatico, Commedia
Durata
120 min.
Formato
Colore
Regista
Danny Boyle
Attori
Dev Patel
Freida Pinto
Madhur Mittal
Anil Kapoor
Saurabh Shukla
Irrfan Khan
Il diciottenne di Mumbai Jamal Malik (Dev Patel), campione del quiz televisivo “Chi vuol essere milionario?”, si appresta a rispondere all'ultima domanda, che potrebbe fargli vincere 20 milioni di rupie. Il problema è che Jamal è un orfano cresciuto nelle baraccopoli e la cosa fa crescere il sospetto che possa aver imbrogliato. La polizia lo arresta e lo tortura cercando di estorcergli una confessione: il ragazzo cerca di provare la sua innocenza ripercorrendo la sua vita, nel tentativo di rivelare il modo in cui è stato in grado finora di dare le risposte giuste.
Otto Oscar (tra cui film, regia e sceneggiatura), quattro Golden Globe, sette BAFTA e innumerevoli altri premi internazionali per uno dei titoli più sopravvalutati d'inizio nuovo millennio. Una commedia sentimentale o un dramma sulla vita di un orfanello indiano? Una pellicola incentrata sulla corruzione o sulla povertà che affligge l'India? Una pellicola furba, quello sì. Creata a tavolino per coinvolgere e far commuovere il grande pubblico occidentale, mostra un'India spesso (ma non sempre) falsa e stereotipata, così come i suoi personaggi e le vicende di cui sono protagonisti. Il problema non risiede nell'assurdità dell'intreccio, bensì nel fatto che questa favola moderna non chieda allo spettatore una sospensione dell'incredulità ma tenti di spacciare per plausibili condizioni al limite del ridicolo. Povertà, sporcizia, discriminazione religiosa, corruzione sono tutti elementi sfruttati come cornice (e trattati esclusivamente con i guanti, per non insozzarsi troppo) per mostrare le vicende degli adorabili bambini protagonisti, a cui è impossibile non affezionarsi. Ovviamente stucchevole il finale premeditato. Tratto dal romanzo Le dodici domande di Vikas Swarup. Fotografia di Anthony Dod Mantle.
Otto Oscar (tra cui film, regia e sceneggiatura), quattro Golden Globe, sette BAFTA e innumerevoli altri premi internazionali per uno dei titoli più sopravvalutati d'inizio nuovo millennio. Una commedia sentimentale o un dramma sulla vita di un orfanello indiano? Una pellicola incentrata sulla corruzione o sulla povertà che affligge l'India? Una pellicola furba, quello sì. Creata a tavolino per coinvolgere e far commuovere il grande pubblico occidentale, mostra un'India spesso (ma non sempre) falsa e stereotipata, così come i suoi personaggi e le vicende di cui sono protagonisti. Il problema non risiede nell'assurdità dell'intreccio, bensì nel fatto che questa favola moderna non chieda allo spettatore una sospensione dell'incredulità ma tenti di spacciare per plausibili condizioni al limite del ridicolo. Povertà, sporcizia, discriminazione religiosa, corruzione sono tutti elementi sfruttati come cornice (e trattati esclusivamente con i guanti, per non insozzarsi troppo) per mostrare le vicende degli adorabili bambini protagonisti, a cui è impossibile non affezionarsi. Ovviamente stucchevole il finale premeditato. Tratto dal romanzo Le dodici domande di Vikas Swarup. Fotografia di Anthony Dod Mantle.
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