Michael Morgan (Robert Young) è un ex illusionista che costruisce congegni e trucchi magici per venderli ai colleghi. Scettico nei confronti di tutto ciò che esula dal razionale (medium, demonologi e ciarlatani vari) si troverà a dover risolvere un omicidio multiplo che sembra legato a logiche soprannaturali. Tratto dal romanzo giallo Death from a Top Hat di Clayton Rawson (il primo della serie con protagonista il mago Merlini), Miracles for Sale, l'ultima pellicola di Tod Browning, è un classico whodunnit (variante della detective story in cui lo spettatore è chiamato a vestire i panni dell'investigatore) a incastro, dove i sospettati si moltiplicano, scompaiono e muoiono a loro volta. Il vero fulcro di interesse del film è l'ambientazione nel mondo dell'illusionismo e in particolare la figura di Morgan, un geniale inventore, ferreo razionalista, che “vende miracoli” (“Miracles for Sale” è il nome del suo emporio di trucchi e congegni) e si rifiuta di credere all'esistenza di qualunque cosa non sia scientificamente dimostrabile. Traspare, in ogni inquadratura, la fascinazione di Browning per il mondo dello spettacolo e le sue meraviglie, già egregiamente omaggiate ne Lo sconosciuto (1927) e in Freaks (1932), e si ha l'impressione che l'intreccio giallo (piuttosto debole) non sia che un pretesto per raccontare lo straordinario. Lo studio di Morgan, tra teschi parlanti e elaborati congegni ispirati all'opera di maghi come Houdini, è fonte di gran divertimento sia per il regista che per lo spettatore. Non manca una spruzzata di romanticismo, con il flirt tra Morgan e la bella e misteriosa Judy Barclay (Florence Rice). Il padre di Morgan (Frank Craven), sano americano di campagna che fatica a capire il lavoro del figlio, funge da intermezzo comico con le sue critiche feroci alla città di New York.