I misteri del giardino di Compton House
The Draughtsman's Contract
1982
Paese
Gran Bretagna
Genere
Drammatico
Durata
108 min.
Formato
Colore
Regista
Peter Greenaway
Attori
Anthony Higgins
Janet Suzman
Dave Hill
Anne-Louise Lambert
Hugh Fraser
Inghilterra, 1694. Il superbo paesaggista Neville (Anthony Higgins) riceve un insolito incarico da parte della viziosa e astuta Mrs. Herbert (Janet Suzman): l'artista dovrà dipingere dodici vedute da angolazioni differenti di Compton House, lussuosa dimora di campagna della donna. Il contratto prevede che Neville possa usufruire liberamente dell'ospitalità e del corpo della padrona di casa. Quando i suoi disegni diventeranno l'unica testimonianza di un omicidio, l'uomo si troverà al centro di una tragica macchinazione.
L'opera che portò all'attenzione della critica internazionale il talento di Greenaway e una delle sue pellicole più omogenee, in grado di unire indagine teorica (verità dell'arte, dominazione di classe, intelletto, desiderio carnale e morte) e splendore figurativo, frutto degli studi pittorici del regista gallese (suggestioni fiamminghe, nature morte, luce naturale, manierismo). Il raffinato gusto per l'enigma trova nella maniacale cura della composizione dell'immagine non solo una sublime scelta estetica, bensì anche l'espressione di un'idea di cinema intellettuale orgogliosamente anti-hollywoodiano che rifiuta ogni forma canonica di progressione drammatica. Eccellente esempio di cinema per il cinema, in cui l'immobilità della macchina da presa (interrotta da un movimento che, in segno di frattura con il linguaggio classico, non segue la naturale alternanza del dialogo tra gli interpreti in scena) rende ogni fotogramma un quadro su pellicola. Greenaway non rinuncia, inoltre, a mettere in luce la dissoluzione morale dei personaggi, smascherandone bassezze o perverse finalità, secondo una visione della Storia come una forma di entertainment. Influenzato, dal punto di vista estetico, da Eaux d'artifice (1953) di Kenneth Anger oltre che dal kubrickiano Barry Lyndon (1975), ma anche dalla figurazione del pittore americano R.B. Kitaj (1932-2007), evidente nelle griglie di Neville (che coincidono con lo sguardo dello stesso Greenaway). Straordinaria partitura musicale di Michael Nyman che asseconda l'idea di riproducibilità all'infinito del processo creativo. Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia.
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