Money Monster – L’altra faccia del denaro
Money Monster
2016
Paese
Usa
Generi
Drammatico, Thriller
Durata
95 min.
Formato
Colore
Regista
Jodie Foster
Attori
Julia Roberts
George Clooney
Caitriona Balfe
Jack O'Connell
Giancarlo Esposito
Condola Rashad

Lee Gates (George Clooney) è un giornalista televisivo sfrontato e sornione che conduce uno show, Money Monster, nel quale elargisce ai proprio telespettatori consigli finanziari su come muoversi in borsa e su quali azioni puntare. Un investitore però, Kyle Budwell (Jack O’Connell), dopo aver perso un ingente somma di denaro, non ci sta e decide di passare all’azione: in cerca di vendetta, irrompe nello studio televisivo e prende in ostaggio Lee nel bel mezzo della diretta…

Dopo il tutt’altro che irresistibile Mr. Beaver (2011), l’attrice e regista Jodie Foster, che nel frattempo si è cimentata anche con la regia di un episodio della serie tv House of Cards e di due puntate di Orange Is the New Black, alza il tiro e torna dietro la macchina da presa con un’operazione molto ambiziosa: Money Monster guarda direttamente, nelle parole della stessa Foster, alla lezione del Sidney Lumet di Quel pomeriggio di un giorno da cani (1975) e Quinto potere (1976), lavorando in maniera consapevole ed efficace sulla gestione della tensione e su una messa in scena tesa e concitata, quasi tutta ambientata all’interno di uno studio televisivo. Uno spazio d’elezione che diventa ben presto detonatore di scintille, ansia mortifera, colpi di scena a ripetizione, sarcasmo avvincente e trascinante, riflessioni acute sul volto famelico dei grandi gruppi finanziari e delle loro manipolazioni al buio, che, a seguito della grande crisi economica del 2008, è di fatto ormai impossibile nascondere agli occhi di un mondo e di un’opinione pubblica sempre più consapevoli e feriti. La Foster ha buona mano e se la cava con la cassetta degli attrezzi del thriller, gestendo al meglio le diverse inquadrature e prospettive offerte da una sceneggiatura incentrata sul dietro le quinte ma anche sulla moltiplicazione degli schermi e dei punti di vista. Nell’ultima parte, però, il film scende drasticamente di livello, da quando si esce dallo studio televisivo: gli spunti vengono meno e le riflessioni sui media si fanno più superficiali e meno pregnanti. La sensazione, così, è quella di esserci trovati davanti a un film che funziona esattamente a metà. Presentato fuori concorso al 69° Festival di Cannes.

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