Colin (Romain Duris), un ricco parigino che si dedica a curiose invenzioni, s'innamora della tenera Chloe (Audrey Tautou) che decide immediatamente di sposare: durante la luna di miele, però, la ragazza rimane vittima di una bizzarra malattia. Prendendo spunto dal romanzo L'écume des jours di Boris Vian del 1947 (un testo decisamente complesso da adattare per il grande schermo), Michel Gondry torna a quell'inventiva artigianale e poetica che aveva contraddistinto alcune sue opere precedenti, come L'arte del sogno (2006) e Be Kind Rewind (2008). Rispetto a queste, però, il suo tocco creativo rischia la maniera e appare piuttosto forzato nel tentativo di fare a tutti i costi un nuovo film à la Gondry. Non mancano i momenti sinceramente toccanti (si pensi al malinconico finale) e alcune sequenze di grande fantasia surreale (a partire dalle primissime battute), ma sono soltanto guizzi in un disegno d'insieme derivativo ed eccessivamente prolisso nella durata. I fan della prima ora del regista potranno apprezzarlo, ma ritrovare la spontaneità dei suoi primi lungometraggi non sarà così semplice.