Bruno (Edoardo Leo), giovane precario sposato con Eva (Francesca Inaudi) e padre di un figlio, di fronte a una situazione economica difficile decide di partecipare alle selezioni per le gare di curling alle Olimpiadi Invernali di Torino. Mette così insieme una improbabile squadra composta da inesperti, che, pian piano dopo le iniziali titubanze, cominciano a credere nel sogno di Bruno e, allo stesso tempo, capiscono di dover mettere in discussione la loro vita.

Esordio dietro la macchina da presa dell'attore romano Claudio Amendola, che confeziona la solita commediola con annesso riscatto individuale di un gruppetto di persone in crisi. Personaggi anonimi e poco divertenti, tratteggiati secondo caratteristiche ben poco sfumate, senza alcuno sprizzo di originalità che li possa rendere accattivanti: perfino la scena finale, che vorrebbe lasciare chi guarda con un sorriso, è prevedibile e noiosa. L'unico elemento fuori dal coro è la disciplina scelta come protagonista della vicenda (il curling); tutto il resto, comprese le dinamiche che legano i protagonisti, è lasciato sullo sfondo. Qualche battuta godibile e nulla più.