Il sordomuto Ryu (Shin Ha-kyun), dopo essere stato licenziato e truffato da alcuni trafficanti di organi nel tentativo disperato di aiutare la sorella malata (Lim Ji-eun), viene convinto dalla fidanzata (Bae Du-na) a rapire la figlia del suo ex boss (Song Kang-ho) per chiedere un ingente riscatto. Qualcosa, però, va storto.

Il primo capitolo della "trilogia della vendetta" di Park Chan-wook è il più asettico, scarno e realistico del trittico, privo della potenza narrativa del successivo Old Boy (2003) e, in questo senso, forse meno originale e più legato a una convenzionale maniera asiatica di concepire il thriller. Tuttavia, il film è condito con una gelida violenza attraente, angosciante e cupa, e, come il futuro Lady Vendetta (terzo episodio della trilogia, del 2005), appare diviso esplicitamente in due parti: una, lenta e minimalista, di presentazione dei personaggi e una di eccessiva violenza a ripetizione, con un triste e funereo incedere che analizza il disagio classista sudcoreano con perfezione chirurgica. Pur con qualche passaggio altalenante, rimane in ogni caso un'opera di culto brutale e sofferente, girata con maestria seppur non manchi un certo autocompiacimento registico.