Il muro di gomma
1991
Paese
Italia
Genere
Drammatico
Durata
120 min.
Formato
Colore
Regista
Marco Risi
Attori
Corso Salani
Angela Finocchiaro
Eliana Miglio
Antonello Fassari
Ivano Marescotti
Ivo Garrani
Sergio Fiorentini
Il 27 giugno 1982, nel tratto di mare tra Ponza e Ustica, vengono i ritrovati i rottami di un aereo di linea ITAVIA diretto da Bologna a Palermo. In quel volo morirono tutti, dai passeggeri all'equipaggio, tanto da far annoverare la strage di Ustica tra le pagine più nere della storia italiana. A indagare sull'accaduto, Rocco Ferrante (Corso Salani), giornalista de Il Corriere della Sera.
Il film di denuncia di Marco Risi, scritto con Rulli e Petraglia e con Andrea Purgatori (giornalista che ha indagato sulla strage con i suoi reportage), è un'opera che presenta un solida struttura portante, a partire proprio dalla scrittura, il cui peso si sente ed è apprezzabile, tanto nel restituire il quadro delle possibili e agghiaccianti ipotesi (fu un missile? O un attentato?) quanto nel delineare il ritratto psicologico del protagonista Ferrante e le implicazioni concrete e pragmatiche della sua personalità. Il film appare però troppo approssimativo negli intenti di denuncia, comunque accorati e necessari, e nelle prese di posizione civili, per non parlare delle modalità con cui vengono scanditi certi passaggi narrativi inutilmente gravosi e paludati, che prestano il fianco a più di un cedimento e di una caduta.
Il film di denuncia di Marco Risi, scritto con Rulli e Petraglia e con Andrea Purgatori (giornalista che ha indagato sulla strage con i suoi reportage), è un'opera che presenta un solida struttura portante, a partire proprio dalla scrittura, il cui peso si sente ed è apprezzabile, tanto nel restituire il quadro delle possibili e agghiaccianti ipotesi (fu un missile? O un attentato?) quanto nel delineare il ritratto psicologico del protagonista Ferrante e le implicazioni concrete e pragmatiche della sua personalità. Il film appare però troppo approssimativo negli intenti di denuncia, comunque accorati e necessari, e nelle prese di posizione civili, per non parlare delle modalità con cui vengono scanditi certi passaggi narrativi inutilmente gravosi e paludati, che prestano il fianco a più di un cedimento e di una caduta.
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