Il 10 ottobre 1974, Gerry Conlon (Daniel Day-Lewis) e suo padre Giuseppe (Pete Postlethwaite) vengono accusati, insieme ad altri irlandesi, di attentati per conto dell'IRA, dichiarati colpevoli e arrestati. Quindici anni di carcere uniranno i prigionieri in una lotta per la verità e per la liberazione, ostinatamente inseguita da una determinata avvocatessa (Emma Thompson).

Tratto dal romanzo autobiografico Il prezzo dell'innocenza di Gerry Conlon e vincitore dell'Orso d'oro al Festival di Berlino, Nel nome del padre è uno dei titoli più importanti e sentiti della carriera di Jim Sheridan. Il regista, che ha adattato il testo di partenza insieme a Terry George, firma una dura opera di denuncia, che usa come pretesto un errore giudiziario per sviscerare al meglio la questione irlandese. Senza risparmiare sulle sequenze violente e approfondendo nel modo giusto i tratti psicologici dei personaggi principali, Sheridan dirige una pellicola urgente e personale, con la quale vuole trasmettere tutta la sua indignazione: missione compiuta, grazie a un copione che coinvolge fino alla fine e a una regia che non si perde in eccessi retorici. Cast strepitoso, in cui giganteggiano un dolente Daniel Day-Lewis e un intenso Pete Postlethwaite. Funzionale colonna sonora di Bono, che contribuisce ad accrescere l'impatto emotivo delle immagini.