Il sedicenne Claude (Ernst Umhauer), insinuatosi nella casa del suo compagno di classe Rapha (Bastien Ughetto), attratto dalla normalità della sua famiglia piccolo-borghese, inizia a scrivere un incalzante racconto a puntate sulla vita nel suo nuovo ambiente familiare. Colpito dal talento nella scrittura dello studente, il professore di francese Germain (Fabrice Luchini) si lascia coinvolgere dall'insolita mania di Claude più di quanto potesse prevedere, con esiti del tutto inaspettati. Liberamente ispirato alla commedia teatrale spagnola El chico de la ultima fila di Juan Mayorga, il film gioca con cervellotica perizia sulla confusione tra mondo reale e mondo immaginato, mettendo in scena l'ossessione dello scrittore (e, per estensione, del regista) di manipolare la realtà attraverso la finzione. Il cuore pulsante del film risiede nella suggestiva tesi del regista francese sull'impossibilità di raggiungere la felicità, anche attraverso una effimera finzione, se da semplici narratori si passa al ruolo di attori. I desideri emotivi, fisici e sessuali, che presto perdono ogni piacere dopo essere stati assecondati, non possono mai essere pienamente soddisfatti e, quindi, andrebbero limitati, se si vuole vivere sereni. Opera metalinguistica che strizza l'occhio al teorema pasoliniano, alla filosofia di Schopenhauer, a Claude Chabrol, Michael Haneke e Woody Allen (omaggiato esplicitamente), Nella casa dissacra con intelligenza l'universo borghese, l'Arte, il (melo)dramma e l'ordine precostituito (esemplificato dalle uniformi scolastiche), rendendo lo spettatore complice delle azioni dei protagonisti. Accattivante, ma troppo calcolato nel cercare di incastrare tutti i tasselli del puzzle. Bravi Ernst Umhauer, angelo biondo dalla pelle diafana e lo sguardo luciferino, ed Emmanuelle Seigner, dolce e materna, eccellente Fabrice Luchini. Concha de Oro e Premio della giuria per la migliore sceneggiatura al Festival di San Sebastián.