Un nemico che ti vuole bene
2018
Paesi
Italia, Svizzera
Generi
Commedia, Noir
Durata
97 min.
Formato
Colore
Regista
Denis Rabaglia
Attori
Diego Abatantuono
Antonio Folletto
Sandra Milo
Antonio Catania
Ugo Conti
Massimo Ghini
Una notte, l’astrofisico Enzo Stefanelli (Diego Abatantuono) soccorre un giovane con una ferita d’arma da fuoco, salvandogli la vita. Il ragazzo, di nome Salvatore (Antonio Folletto), è un killer di professione, che si insinua con invadenza nella sua vita e nella sua complicata famiglia con uno scopo preciso: ricambiare il favore, uccidendo uno dei suoi “nemici”.
Tratto da un racconto di Krzysztof Zanussi ispirato a una storia vera, scritto e diretto dall’italo-elvetico Denis Rabaglia (tornato dietro la macchina da presa a dieci anni dall’ultimo film Marcello Marcello del 2008), Un nemico che ti vuole bene – a sua volta una co-produzione tra Italia e Svizzera - è un tentativo, sulla carta interessante, di confezionare con toni raffinati un sottogenere non particolarmente consueto nel cinema italiano: la commedia nera, che sottende dietro un umorismo leggero, lontano dalla comicità più urlata e alimentare, una critica umoristica ai costumi, alla società, all’istituzione famigliare. Il film parte così da uno spunto elementare (“tutti abbiamo dei nemici”) e traccia la parabola di un protagonista prigioniero della sua vita insoddisfacente (intrappolato in una famiglia allargata eppur ipocrita, vittima di un’ingiustizia professionale) e per questo progressivamente affascinato dall’amoralità del suo comprimario. Al centro, un ottimo Abatantuono – un attore di cui il nostro cinema d’autore dovrebbe avere maggiore considerazione – affiancato dal promettente Antonio Folletto e da un cast che schiera nomi come Massimo Ghini, Sandra Milo, Roberto Ciufoli, Antonio Catania e Paolo Ruffini. Purtroppo, però, le premesse vanno a cozzare contro un risultato complessivo che ha il sapore di un’enorme occasione sprecata. Al netto di una sceneggiatura che conta buchi, forzature e inverosimiglianze, dopo una partenza intrigante il film perde mordente e s’incarta progressivamente su se stesso, smarrendo la propria identità e trovando sfogo in un finale di un fastidioso buonismo decisamente sconclusionato, sgangherato e deludente. Spiace anche per la caratterizzazione sommaria e spesso stereotipata dei personaggi secondari, in una pellicola che avrebbe potuto e dovuto essere cattiva fino in fondo, tratteggiando con maggiore coraggio e crudeltà le meschinità e le aberrazioni umane. Il film è stato presentato in anteprima nella sezione Piazza Grande al Festival di Locarno 2018.
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