Autumn (Sidney Flanigan) vive in Pennsylvania, è una ragazza come tante, che sta cercando la sua strada nel mondo degli adulti. Quando scopre di essere incinta, però, la sua esistenza cambia improvvisamente: non sentendosi ancora pronta a diventare madre, cercherà il modo migliore per abortire.
Tre anni dopo Beach Rats, Eliza Hittman torna a raccontare l’universo giovanile, ma questa volta si concentra su quello al femminile. Non c’è solo la protagonista al centro della storia, ma anche sua cugina, che l’accompagna fino a New York per starle vicino durante l’operazione. La loro amicizia dà vita a una sorta di racconto di formazione, in cui la solidarietà femminile sembra essere l’unica chiave per potercela fare. Molto calcolato nelle componenti narrative, Mai raramente a volte sempre alterna una messinscena sincera e spontanea con un copione troppo studiato a tavolino e scarsamente credibile. Non mancano momenti riusciti ed emozionanti (la conversazione che dà senso al titolo del film, in primis) ma l’operazione risulta un pizzico furbetta e parecchio ridondante per le ripetizioni di spunti e riflessioni proposti. Da evidenziare positivamente l’intensa prova della giovane protagonista Sidney Flanigan. Presentato in concorso al Festival di Berlino 2020, dove ha vinto il Gran Premio della Giuria.