Dennis Nash (Andrew Garfield), giovane carpentiere che vive con il figlioletto e la madre Lynn (Laura Dern), cerca di riappropiarsi della propria casa dopo il brutale sfratto subito per mano del broker immobiliare Rick Carver (Michael Shannon). Metterà a dura prova la propria coscienza.
Al suo sesto lungometraggio, il regista statunitense di origini persiane Ramin Bahrani ha realizzato un'opera attualissima che mette in luce le drammatiche conseguenze della crisi economica in una provincia americana messa in ginocchio dall'ottuso potere delle banche che gonfiano le proprie casse a suon di spietati pignoramenti. Film furbetto che punta a emozionare, spingendo lo spettatore (medio) a identificarsi con il protagonista, 99 Homes è una pellicola perfettamente calata nella contemporaneità, capace di abbracciare un ampio target di pubblico, che propone la parabola etica di un giovane self-made-man tentato dalle oscure dinamiche di cui sembra nutrirsi un sogno americano ridotto a bieco accumulo di denaro. Tutto procede secondo i consolidati standard del cinema di (pseudo)impegno civile americano nato sulle ceneri del crack finanziario degli ultimi anni. La prevedibilità con cui si susseguono gli eventi smorza un po' l'entusiasmo per un film dalla traiettoria fin troppo limpida, a cui un pizzico di coraggio in più avrebbe sicuramente giovato. L'idolo dei teenager Andrew Garfield se la cava egregiamente, ma Michael Shannon, perfettamente a suo agio nei panni del minaccioso demiurgo che vive per il possesso (di soldi), gli ruba la scena. Presentato in concorso alla settantunesima Mostra del cinema di Venezia.