Nomad – In cammino con Bruce Chatwin
Nomad: In the Footsteps of Bruce Chatwin
2019
Paese
Gran Bretagna
Genere
Documentario
Durata
85 min.
Formato
Colore
Regista
Werner Herzog

Poco prima di morire, il grande scrittore ed esploratore Bruce Chatwin lasciò al suo amico Werner Herzog un regalo d’addio: lo zaino che aveva portato con sé nei suoi viaggi intorno al mondo. Trent’anni dopo, riprendendo in mano quello zaino, Herzog compie un viaggio all’interno della memoria lasciata da Chatwin, tra le persone che l’hanno conosciuto, i suoi ricordi e i luoghi che aveva visitato.

Prodotto dalla Bbc, Nomad – In cammino con Bruce Chatwin è tutt’altro che un convenzionale documentario televisivo. Non poteva che essere altrimenti dato che dietro la macchina da presa c’è Werner Herzog e non poteva che essere altrimenti dato che il soggetto principale è una figura tanto anomala quanto affascinante come Chatwin, viaggiatore britannico che all’età di 37 anni lasciò il suo lavoro da giornalista per partire per la Patagonia e scrivere poco tempo dopo uno dei suoi libri di viaggio più famosi. Chatwin morì prematuramente, nel 1989, a causa dell’Aids, ma Herzog non si limita a seguire la sua strada e non pensa proprio a realizzare un “semplice” (?) documentario biografico. Il sottotitolo originale (In the Footsteps of Bruce Chatwin) ci avvisa: questo è un film in cui Herzog cerca di seguire lo spirito di Chatwin, uomo che potrebbe essere definito come il doppio/specchio del regista tedesco, tante sono le passioni e le ossessioni che hanno condiviso nella vita. Herzog va “sui suoi passi”, ma non (sol)tanto per mostrare i viaggi che ha compiuto ma per cercare di riprendere la sua spiritualità, il suo lato più mistico, la sua anima in poche parole. Diviso in otto capitoli e accompagnato da interviste a persone molto vicine a Chatwin (dalla moglie al suo biografo), Nomad – In cammino con Bruce Chatwin è un film che risulta anche una seduta di psicanalisi che il regista fa a se stesso, ripensando a momenti in cui ha rischiato la vita e ragionando con forza proprio sul tema della morte. Toccante e a tratti commovente, questo documentario è anche a livello teorico un film in cui il regista si specchia nel soggetto del suo lavoro, con uno scambio che arriva anche a materializzarsi: Herzog gli mostra un suo film donandogli ancora un po’ di vita prima di morire, Chatwin gli regala il suo zaino offrendo a Herzog l’occasione di continuare ad arricchire la sua esistenza. Non è un caso che il regista insista nel dire che non è lui il protagonista del film ma è Chatwin: in realtà lo sono entrambi, preservando un legame che, grazie al potere del cinema, torna a creare una comunione che neanche la morte può sconfiggere. Da segnalare che, come evidenziato durante la visione, proprio da un’opera di Chatwin, Herzog aveva tratto il suo film Cobra verde (1987), ultima collaborazione tra lui e Klaus Kinski, il suo nemico più caro che spaventava Chatwin e non poteva mancare in questo film.

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