Pochi giorni dopo la partenza per l'Afghanistan, il maggiore Michael (Ulrich Thomsen), sposato e con due figlie, viene dato per disperso e dichiarato morto. Sua moglie Sarah (Connie Nielsen) trova conforto nel cognato Jannik (Nikolaj Lie Kaas), appena uscito dal carcere e considerato la pecora nera della famiglia. I due si innamorano, ma devono fare i conti con l'improvviso ritorno di Michael, salvatosi dalla prigionia dei Talebani e sull'orlo di una crisi di nervi. Melodramma viscerale e discontinuo, costruito come un thriller e sorretto da un'idea di messa in scena personale e affascinante. Il radicale mutamento che investe i due fratelli è esplicitato da due diversi approcci stilistici: man mano che lo squinternato Jannik matura, la frenetica macchina da presa si stabilizza e lo stile di ripresa si fa più compassato; esattamente il contrario di quanto avviene con Michael, padre di famiglia esemplare che dopo il trauma subito deve fare i conti con la sua psiche disagiata, rappresentata con veloci stacchi di montaggio, camera mobilissima e colori saturi. Peccato che la Bier, a tratti, ecceda nei formalismi e rischi di perdere le redini del racconto e nel finale opti per una soluzione semplicistica e consolatoria. Buonissima prova dei tre protagonisti. Primo grande successo internazionale per la regista: Ulrich Thomsen e Connie Nielsen premiati come migliori attori al Festival di San Sebastian, mentre il film ha conquistato il premio del pubblico al Sundance Film Festival. Jim Sheridan ha diretto un remake, Brothers (2009) con Natalie Portman, Tobey Maguire e Jake Gyllenhaal.