Nouvelle Vague
Nouvelle Vague
1990
Paesi
Francia, Svizzera
Generi
Drammatico, Sperimentale
Durata
90 min.
Formati
Colore, Bianco e Nero
Regista
Jean-Luc Godard
Attori
Alain Delon
Domiziana Giordano
Jacques Dacqmine
Christophe Odent
Roland Amstutz
Una donna d'affari dal piglio deciso (Domiziana Giordano) salva un uomo (Alain Delon) che diverrà il suo amante. Lui, passivo e povero d'iniziativa, verrà lasciato annegare da lei in mezzo a un lago. L'uomo aveva un fratello gemello (Alain Delon), dalla medesima fisionomia ma dal carattere opposto: anche lui inizierà una relazione con la donna.
Un lungometraggio firmato da Jean-Luc Godard che si intitola Nouvelle Vague non può che aprire decine di implicazioni storico-cinematografico e altrettante possibili chiavi di lettura. Oppure no. Forse, come definitivo sberleffo di un cineasta abituato a provocare, il titolo potrebbe in realtà portare a un semplice riferimento al suo significato più esplicito (una nuova onda che indica soltanto un movimento dell'acqua del lago?), lontano da allegorie e punti di contatto con il movimento cinematografico di cui Godard fu uno dei massimi interpreti. Ancora una volta il regista francese ragiona sulla coppia, sull'amore e sul ribaltamento di ruoli, simboleggiato da due gemelli dai caratteri opposti: attivo-passivo, padrone-servo, carnefice-vittima. La donna è al centro di un ipotetico triangolo, e la sua posizione dipende da quella dell'uomo che ha di fronte. Costruito su un'infinita serie di citazioni (si dice siano oltre 350), che toccano letteratura, filosofia e cinema (la donna ha lo stesso nome di Ava Gardner ne La contessa scalza del 1954), Nouvelle Vague è un'opera ironica, altalenante fin dal soggetto, autocompiaciuta ma non vuota e ancor meno superficiale. Godard sa cosa vuole dire, sa come dirlo e raramente ha firmato un lungometraggio tanto delicato e poetico, soprattutto nel rappresentare lo scorrere delle stagioni.
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