Tony D'Amato (Al Pacino) è il carismatico allenatore dei Miami Sharks, franchigia che milita nel campionato NFL (National Football League). Il protagonista dovrà convincere il proprio spogliatoio, la stampa e la nuova giovane presidentessa (Cameron Diaz) che la squadra ha ancora la possibilità di vincere.

Il primo film sportivo nella carriera di Oliver Stone è un iperadrenalinico concentrato di testosterone, in cui una serie di moderni gladiatori si sfidano con una palla ovale tra le mani. Una narrazione incalzante e ritmata che alla lunga risulta vuota e priva di profondità e i personaggi (nonostante delle buone interpretazioni del cast) vengono percepiti come delle superficiali macchiette (l'allenatore vecchio stile, il giovane incompiuto, il giornalista impertinente o il vecchio campione in declino). Lo stereotipo purtroppo si espande con i minuti anche al plot, facendo raggiungere al film vette trash inaspettate, come la scena in cui per vendetta un giocatore taglia l'auto di un compagno a metà con una sega elettrica. Della pellicola resta il monologo pre-partita pronunciato negli spogliatoi dal motivatore Al Pacino.