Ombre bianche
The Savage Innocents
1960
Paesi
Francia, Italia, Gran Bretagna
Genere
Avventura
Durata
110 min.
Formato
Colore
Regista
Nicholas Ray
Attori
Anthony Quinn
Yōko Tani
Peter O'Toole
Carlo Giustini
Marie Yang
Marco Guglielmi
Tra i ghiacci canadesi vive Inuk (Anthony Quinn), pacifico Inuit in cerca di moglie. Si sposa con Asiak (Yōko Tani), ma la vita della coppia e del loro bambino, che scorre ancora secondo le regole tradizionali eschimesi, cambia con l'incontro con gli uomini bianchi. Inuk viene accusato di omicidio e perseguitato dalla polizia.
Probabilmente perché stanco delle ingerenze dei produttori e del chiuso sistema hollywoodiano, Nicholas Ray si allontana dalla madrepatria per girare questo curioso (e a tratti crudo) film d'avventura con ambizioni documentaristiche, tratto dal libro Top of the World di Hans Rüesch. Prodotto dall'italiano Maleno Malenotti e scritto da Franco Solinas e Baccio Bandini, il film getta uno sguardo sull'allora poco conosciuta cultura inuit, non più frequentata dal cinema americano dai tempi del celebre doc Nanuk l'eschimese (1922) di Robert J. Flaherty e da Eskimo (1933) di W.S. Van Dyke. Nella resa dello straordinario paesaggio artico, il film è un poema visivo di indubbio fascino che fa il paio con l'altra opera ecologista di Ray, Il paradiso dei barbari (1958). Ma l'analisi etnografica del popolo eskimo, incentrata sul rapporto tra la genuinità dei “selvaggi innocenti” e la civiltà bianca, appare colma di ingenuità e per certi versi offensiva. Data l'assenza di attori autoctoni (il primo film inuit, Atanarjuat di Zacharias Kunuk, è uscito nel 2002), la produzione ricorre a un cast cino-giapponese e ad Anthony Quinn per il ruolo principale, che appare oggi decisamente ridicolo. Bob Dylan si ispirò al film per la sua canzone Quinn the Eskimo (Mighty Quinn) del 1967.
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