Cina, XIX secolo. Nella città di Foshan, il medico e maestro di kung fu Wong Fei Hung (Jet Li) cerca di difendere le tradizioni e di gestire la convivenza con le forze d'occupazione inglesi e americane, ma resta coinvolto in aspre lotte tra le milizie straniere, la sua scuola d'arti marziali, bande rivali e l'esercito locale. Regista, produttore e sceneggiatore (occasionalmente anche attore e addetto al montaggio), Tsui Hark è uno dei volti fondamentali dell'epoca più rosea del cinema di Hong Kong. Capace di macinare film con una prolificità miracolosa ed esempio perfetto del dualismo tra autorialità e mainstream che contraddistingue la produzione cantonese, Hark trova la definitiva consacrazione in questa maestosa epopea incentrata sull'eroe nazionale Wong Fei Hung (1847-1924), grande maestro di arti marziali cui sono state dedicate centinaia di pellicole. Gongfu-movie che regala una sequela infinita di duelli incredibili, affresco storico-sociale minuzioso, opera fortemente politica: Once Upon a Time in China è tutto questo. Un kolossal che non teme di scomodare Sergio Leone nella scelta del titolo né di raccontare una pagina del passato cinese attraverso un impianto altamente spettacolare: una vera festa per gli occhi, grazie alle coreografie e al perfetto physique du rôle di Jet Li. È il primo capitolo di una saga che comprende altri cinque titoli eponimi tutti prodotti da Hark.