One Second
Yi miao zhong
2020
Paesi
Cina, Hong Kong
Genere
Drammatico
Durata
104 min.
Formato
Colore
Regista
Zhang Yimou
Attori
Zhang Yi
Liu Haocun
Fan Wei
Yu Ailei
Negli anni della Rivoluzione Culturale in Cina la giovane Liu Guinu (Liu Haocun) ruba una pellicola cinematografica inseguita da Zhang Jiusheng (Zhang Yi), pronto a tutto per ottenerla, anche a costo della sua stessa libertà.

Ha una storia distributiva a dir poco curiosa One Second: il film era stato selezionato in concorso al Festival di Berlino 2019, ma fu improvvisamente ritirato dalla line-up per “motivi tecnici”, mentre la stampa aveva pensato immediatamente a un blocco della censura cinese. Da quel momento Zhang Yimou ha lavorato per più di un anno per aggiustarlo, rigirando alcune scene e tagliando alcuni passaggi scomodi, e vederlo finalmente uscire in sala in Cina. Al di là di questi aneddoti, la pellicola è un bel ritorno dietro la macchina da presa per il grande regista cinese, dopo diversi anni di pellicole piuttosto deboli e distanti dal suo talento. L’autore di Lanterne rosse ha firmato qui una pellicola che gioca con l’ironia, con un rapporto tra un uomo e una ragazzina che alterna emozioni differenti: i due si scontrano inizialmente per ottenere quella pellicola (lui per rivedere sua figlia sui fotogrammi, lei per costruire un paralume per il fratellino) con toni da slapstick comedy quasi chapliniani, ma poi sarà soprattutto il sentimento tra i due a crescere soprattutto con l’approssimarsi della conclusione. È un film di affetti One Second, ma soprattutto un’opera di grande amore per il cinema, per la visione collettiva, per le vecchie pellicole rovinate, capace di commuovere i cinefili e di lanciare messaggi oggi sempre più importanti. Alcuni passaggi sono un po’ semplicistici, soprattutto nella prima parte, ma le immagini restano notevoli, a partire da quel fotogramma disperso in un deserto che sembra rappresentare l’attenzione per la storia della settima arte che spesso c’è ai giorni nostri. Non sappiamo se il film originale fosse ancora più duro e meno edulcorato (ma questo limite si sente solo raramente durante la visione), ma il risultato che ne è venuto fuori è comunque convincente, toccante e capace di far riflettere.
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