Dopo aver assistito impotente alla morte dei genitori, il piccolo Tian (Tony Jaa) viene prima catturato da dei mercanti di schiavi e poi dai banditi della Scogliera dell'Ala di Garuda, il cui capo insegna al ragazzo svariati tipi di arti marziali. Divenuto adulto inizia a dar seguito ai propositi di vendetta maturati negli anni. The Protector (2005) è sempre stato considerato il seguito ideale di Ong Bak (2003) ma il vero sequel, che poi sequel non è considerato che la storia è totalmente slegata a quella del primo lungometraggio, arriva solo nel 2008. L'impatto del progetto per la Thailandia è pari forse solo a quello dei blockbuster americani, con l'aggiunta dell'aura quasi leggendaria che ha ammantato l'intera produzione, inclusa la “famosa” fuga di Tony Jaa dal set (nel quale rivestiva anche il ruolo di regista oltre che quello di attore) per una pausa riflessiva da eremita nella foresta. Solo l'intervento di Panna Rittikrai aiutò a salvare capra e cavoli e a portare a compimento una pellicola che non delude in quanto a spettacolarità e alla cura riposta nel confezionare le sequenze di combattimento, ancora una volta realizzate con piena partecipazione degli attori e senza l'ausilio di controfigure. Forse, se la stessa attenzione fosse stata riposta nella stesura della sceneggiatura, il risultato finale ne avrebbe certamente giovato soprattutto a livello di equilibrio nella costruzione narrativa, che appare invece inconsistente e sbilanciata considerato anche il finale tronco che conduce all'inevitabile sequel.