Insoddisfatto della propria quotidianità e deciso a cambiare vita, Arthur Hamilton (John Randolph) viene spinto dall'amico Charlie (Murray Hamilton) a chiedere aiuto a una misteriosa organizzazione. Riuscirà nel suo intento, assumendo l'identità del giovane e fascinoso Antiochus Wilson (Rock Hudson), ma ben presto dovrà confrontarsi con inaspettati e agghiaccianti colpi di scena. Da un romanzo di David Ely, un disturbante dramma fantascientifico a sfondo sociologico diretto da John Frankenheimer. La sceneggiatura di Lewis John Carlino muove un attacco frontale alle illusioni tipicamente americane, tratteggiando le conseguenze derivanti dal mito della “seconda occasione”; e, per mettere in scena una rappresentazione il più possibile angosciosa, la regia contamina il tutto con il thriller e l'horror, creando un senso di straniante attesa enfatizzato dall'ambientazione claustrofobica. Incubi, ossessioni, paranoia, alienazione: Frankenheimer dimostra di avere le idee chiare e una mano sapiente, metaforizzando, attraverso l'iperrealismo visionario della narrazione, un mondo sull'orlo del baratro e allontanandosi decisamente dalla linearità dello sviluppo classico (funzionali, in tal senso, i movimenti quasi schizofrenici della macchina da presa, che veicolano lo stato d'animo dell'allucinato protagonista). A tratti, forse, un po' compiaciuto: in ogni caso, un imperdibile esempio di cinema originale e, soprattutto, coraggioso. Il che è decisamente apprezzabile. Cast in buona forma, capitanato da un sorprendente Rock Hudson (che fa la sua comparsa dopo un'abbondante mezz'ora). Musiche di Jerry Goldsmith, fotografia di James Wong Howe (candidata a un Oscar), titoli di Saul Bass. Presentato in concorso al Festival di Cannes.