Seconda guerra mondiale. Insofferente alle politiche di Hitler e a un conflitto che sacrifica la Germania, il colonello Claus von Stauffenberg (Tom Cruise), ferito durante un attacco aereo, entra in un gruppo di alte cariche dell'esercito con il compito di uccidere il Führer. Durante la pianificazione dell'attentato, von Stauffenberg acquista sempre più importanza, fino a diventare capo dell'impresa.

Discreto film d'azione diretto con competenza da Bryan Singer, il quale è abile nel creare un climax di ritmo e tensione all'interno di una mega operazione mainstrean (75 milioni di dollari di budget) più fracassona che riuscita. Nonostante in principio venga dichiarata la veridicità dei fatti a cui il lungometraggio si ispira, risulta quasi inevitabile essere portati a sperare in una riscrittura della Storia. A una prima parte più rigorosa (ma statica), si contrappone una seconda parte dal montaggio serrato che predilige sequenze più movimentate. Quello che manca è un effettivo approfondimento dei personaggi e, soprattutto, delle loro motivazioni: la tendenza è quella di offrire una visione semplificata degli eventi in ottica di un action movie popolare. Il cast è credibile: Tom Cruise con tanto di benda sull'occhio ha fascino e sufficiente magnetismo. Ottima ricostruzione ambientale che limita l'utilizzo della CGI e bella fotografia “metallica” di Newton Thomas Sigel.