Frank (Aidan Quinn) è un ex avvocato che, per guadagnarsi da vivere, scrive per lunghi periodi delle lettere a condannati a morte, per poi rivenderle a esecuzione avvenuta al miglior offerente. L'unica regola che Frank si è dato è quella di non intrattenere alcuna relazione di tipo fisico con i detenuti. Un'infanticida (Connie Nielson) metterà a dura prova l'integrità dei suoi propositi. Thriller dai contorni noir, questo lavoro di Bille August sviluppa un soggetto interessante e pervaso dal giusto grado di appeal morboso, ma lo fa con una conoscenza dei meccanismi del genere troppo elementare, che si traduce in una resa in gran parte svogliata e telefonata. Nonostante la buona performance della protagonista, una Connie Nielsen davvero in parte e in grado di restituire le sfaccettature molteplici del suo personaggio, ci si trova di fronte a un film scarsamente convinto e con pochissimo nerbo, che soffre soprattutto a causa di una messa in scena sfilacciata e monocorde che non assicura in nessun momento un calibrato e opportuno livello di tensione, apparendo in più punti sbilanciata e meccanica più che malsana e attraente. Nel finale si assiste a un'apertura e a qualche tentativo e azzardo in più, ma è ormai decisamente troppo tardi.