I Origins
I Origins
2014
Disney+
Paese
Usa
Generi
Fantascienza, Drammatico
Durata
106 min.
Formato
Colore
Regista
Mike Cahill
Attori
Michael Pitt
Steven Yeun
Astrid Bergès-Frisbey
Brit Marling
Ian Gray (Michael Pitt), dottorando in biologia molecolare e studioso dell’evoluzione dell’occhio umano, incontra, ad una festa in maschera, l’affascinante e misteriosa Sofi (Àstrid Bergès-Frisbey). A causa dell’improvvisa fuga della ragazza, egli è costretto a cercarla con l’aiuto esclusivo di una foto dei suoi occhi. Diversi anni dopo, Ian, ormai dottore affermato, intraprende una tortuosa ricerca dall’altra parte del mondo per verificare la validità di una sensazionale scoperta con profonde implicazioni esistenziali.

Con I Origins (2014) Mike Cahill, regista, sceneggiatore e montatore, ripropone la stessa ricetta, sci-fi e romance, utilizzata per impressionare il pubblico del Sundance Film Festival con il suo lungometraggio d’esordio Another Earth (2011). La componente fantascientifica risulta però un mero strumento per reiterare l’elemento narrativo sulla quale si fonda il melò: l’impedimento amoroso, che nel corso della storia del cinema (come quella del teatro e della letteratura) si è manifestato come impossibilità, negazione, destino, viene qui innervato da una teoria pseudoscientifica che vede nell’occhio umano la prova della reincarnazione. Tramite questa rivoluzionaria scoperta, si manifesta un’entità manipolatrice (dovrebbe apparire divina ma troppo spesso sembra cinematografica), la quale forma, e poi impedisce che si spezzi, il legame indissolubile e infinito tra Ian e Sofi. Proprio per non tagliare questo lunghissimo filo, che prevarica spazio e tempo, il regista inserisce una sequela infinita di ricorrenze e rimandi (vedasi l’eccessiva scena post credit) che, in quanto fin troppo compiaciuti e narcisistici, pregiudicano il risultato finale. È tuttavia vero che lo spettatore, qualora riesca a non sentirsi schiacciato dall’intervento invasivo di questa forza oscura, verrà ripagato con un finale difficilmente dimenticabile per il coraggio con il quale si abbandona alla grazia e forza di Motion Picture Soundtrack dei Radiohead. 
Maximal Interjector
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