Un cucciolo di orso, traumatizzato dalla morte della madre, cerca sostegno e conforto in un enorme grizzly che, dopo iniziali riluttanze, accetta di fargli da guida. Il nascente rapporto di affetto è però minacciato dai cacciatori Tom (Tchéky Karyo) e Bill (Jack Wallace). Jean-Jacques Annaud si ispira al romanzo The Grizzly King di James Oliver Curwood per tratteggiare con delicatezza estrema una toccante storia di amicizia. La sceneggiatura, firmata da Gérard Brach, sviluppa la vicenda con evidenti intenti simbolici, metaforizzando l'ansia di diventare adulti (il cucciolo che vaga sperduto, preda dei pericoli della foresta) e le responsabilità derivanti dalla maturità (il grizzly costretto ad affrontare le esigenze del piccolo compagno), con una rassicurante apologia ecologista di fondo. Un'operazione studiata in ogni singolo dettaglio, la cui volontà lievemente buonista è testimoniata dallo stile formale: le sequenze pesudo-documentaristiche, supportate dalla quasi totale invisibilità della macchina da presa, alternate a enfatici picchi spettacolari (il delirio del cucciolo che, avvelenato e angosciato, ha disturbanti visioni sulla morte della madre). In ogni caso, Annaud riesce a maneggiare sapientemente la materia, regalando un film strutturato e commovente. Finale ad alto impatto emotivo e confezione impeccabile (musiche di Philippe Sarde, fotografia di Philippe Rousselot).