Padre e figlio
Otets i syn
2003
Paesi
Russia, Germania, Italia, Olanda, Francia
Genere
Drammatico
Durata
97 min.
Formato
Colore
Regista
Alexandr Sokurov
Attori
Andrei Shchetinin
Aleksei Neymyshev
Aleksei (Aleksei Nejmyshev) frequenta l'accademia militare e vive insieme a suo padre (Andrei Shchetinin), un ufficiale prossimo al congedo per motivi di salute. Tra i due, nonostante il desiderio di indipendenza del ragazzo, esiste un intenso legame affettivo. Dopo Madre e figlio (1997), il russo Sokurov torna a esplorare le dinamiche del rapporto tra genitori e figli in questo secondo tassello di un dittico fondamentale nella sua carriera. «L'amore del padre crocifigge, l'amore del figlio è crocifisso»: una delle chiavi di lettura dell'opera risiede in questa riflessione del teologo russo Filarete, snodo ricorrente nei dialoghi tra i due protagonisti del film. Non esiste amore tanto potente quanto quello di un padre per suo figlio: una benedizione che può trasformarsi in condanna, una forza alla quale è impossibile sottrarsi. Lo sperimentano sulla loro pelle il giovane Aleksei e suo padre, inquadrati sin dal bellissimo incipit in un amplesso che ne sancisce l'inscindibilità fisica. Alla parola, Sokurov ricorre con molta maggiore insistenza rispetto ai suoi standard abituali; dialoghi densi e fluenti aprono spiragli sulle complesse interiorità dei personaggi, mentre di contro le immagini non raggiungono l'intensità espressiva ottenuta dal regista in altre occasioni. Poco convincenti sono anche le figure di contorno, non caratterizzate a sufficienza e che finiscono per diluire la centralità narrativa dei due protagonisti. Una delle pellicole più convenzionali e meno ispirate dell'autore russo, rimane comunque un'opera imbevuta di una sensibilità e di una delicatezza rara, difficile da dimenticare. Premio FIPRESCI al Festival di Cannes.
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