Meg Altman (Jodie Foster), trasferitasi con la figlia Sarah (Kristen Stewart) in un'elegante casa dell'Upper West Side di Manhattan, deve affrontare la pericolosa intrusione nell'appartamento di alcuni malviventi alla ricerca di un tesoro di tre milioni di dollari. L'unica salvezza per le due pare essere una piccola stanza riservata alle situazioni di pericolo, ma è proprio in quel luogo che si trova ciò che i rapinatori stanno cercando.

Thriller claustrofobico girato a pochi mesi dall'11 settembre, Panic Room sfrutta abilmente la paranoia, il senso costante di insicurezza, l'inesorabile trasformazione in trappola di un luogo familiare ritenuto sicuro. Ma la sceneggiatura di David Koepp sembra poco interessata alle implicazioni sociologiche della vicenda e costruisce un climax di tensione poco ispirato e tutto sommato prevedibile. David Fincher tenta di compensare i limiti di uno script farraginoso con la messa in scena, ma la sua regia risulta un collage di trovate visive (soggettive di tubi e usci, piani-sequenza mascherati, ralenti, abuso di effetti digitali) che sfociano nel compiaciuto esercizio di stile. Jodie Foster ha sostituito in corso d'opera Nicole Kidman, infortunatasi sul set di Moulin Rouge! (2001).