Questa volta a complicare la vita di Jacques Clouseau (Peter Sellers) è il suo ex capo Dreyfus (Herbert Lom) che, divenuto pazzo proprio a causa del catastrofismo dell'ispettore, evade dal manicomio in cui era rinchiuso e minaccia di distruggere il mondo intero con una temibile arma di sua invenzione. Giunta al quarto capitolo, la serie della Pantera Rosa riesce ad aggiornarsi ai cambiamenti socio-culturali dell'epoca (i Sixties in cui il personaggio è nato sono ormai un lontano ricordo), dimostrando ancora una volta una vincente sinergia tra Peter Sellers e Blake Edwards. L'impresa più ardua consiste nel conservare i connotati atti a fidelizzare il pubblico (la centralità dell'ispettore Clouseau e la sua goffaggine, le gag catastrofiche, la linearità di una trama semplice ma piena di spunti divertenti) risultando originali. Scommessa vinta alla grande, grazie a una esilarante concatenazione di trovate comiche che amplificano i tratti caricaturali della vicenda: Clouseau è più impacciato del solito (come dimostra la lunghissima sequenza nella villa in cui deve indagare) e la sua comicità linguistica ancor più accentuata (indimenticabile la gag basata sulla “stonza”). Esilaranti i rimandi cinefili ai classici topoi dei film di spionaggio e, in particolare, alla saga di James Bond (il villain megalomane che ordisce un piano diabolico nel suo rifugio). La carta vincente, comunque, risiede in una genuina voglia di esagerare che non risulta mai gratuita, ma rimane intelligentemente calata nel contesto. Qualche momento di stanca e la tendenza a una certa ripetitività non inficiano più di tanto il buonissimo risultato finale. Secondo la fedele traduzione del titolo originale, la pellicola avrebbe dovuto intitolarsi La Pantera Rosa colpisce ancora, ma ciò non fu possibile perché la distribuzione italiana l'aveva già utilizzato per il capitolo precedente.