Paprika – Sognando un sogno
Papurika
2006
Paese
Giappone
Generi
Animazione, Fantascienza
Durata
90 min.
Formato
Colore
Regista
Satoshi Kon
In un futuro prossimo, gli psicanalisti hanno sviluppato e inventato il “DC Mini”, apparecchiatura attraverso la quale si possono intrufolare nel subconscio dei propri pazienti. Chiba Atsuko cambia personalità e apparenza fisica, tramutandosi in Paprika, ed entra nel subconscio delle persone per cercare di sventare i furti di “DC Mini” che potrebbero portare alla creazione di un sogno collettivo dalle conseguenze potenzialmente apocalittiche.
Ultimo lungometraggio di Satoshi Kon, prima della sua prematura morte per tumore al pancreas, Paprika – Sognando un sogno è, per motivi soprattutto di budget, il film visivamente più ispirato dell'autore: la prepotenza della CGI, la raffinatezza del tratto e dell'inchiostrazione, la fluidità delle animazioni, tutto sembra essere l'apice assoluto della sua filmografia. Ma, sfortunatamente, è il suo principale insuccesso, a causa di una sceneggiatura poco compatta e una trama difficile da seguire che ha l'ambizione di costruire un gioco meta-cinematografico e meta-artistico che a tratti gira a vuoto. Con citazioni cinematografiche continue, sia da film di fantascienza che da pellicole di spionaggio, Paprika – Sognando un sogno si presenta come una versione barocca di Sogni (1990) di Akira Kurosawa, dal quale ricalca la danza macabra conclusiva trasformandola nel leitmotiv visivo costituito da una parata postmoderna in cui simboli shintoisti ed emblemi del consumismo americano ballano verso una destinazione ignota, con in sottofondo un brano di musica elettronica sconclusionato e quasi cacofonico. E, come la parata, anche l'opera conclusiva di Kon in generale è un gioco visivo sfarzoso e bellissimo, gravato dal peso di una narrazione sovraccarica di contenuti. Mostrato in anteprima mondiale alla Mostra di Venezia 2006.
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