Lo storico Klaus Müller intervista numerosi superstiti delle persecuzioni sugli omossessuali da parte dei nazisti. Essi, all'epoca, erano colpevoli di aver violato la legge contro la sodomia del codice penale tedesco, risalente addirittura al 1871, ma resa ancor più severa dal regime di Adolf Hitler. Questa legge era esplicitata nel paragrafo 175. Diretto da due veterani del documentario, Rob Epstein e Jeffrey Friedman, e raccontato da Rupert Everett, Paragraph 175 non è uno dei tanti documenti filmati sulle atrocità dell'Olocausto e delle persecuzioni razziali dei nazisti, ma assume più la forma di un trattato sulla brutalità umana e i limiti che quest'ultima sembra non avere o non riconoscere. Con una ricerca estenuante tra i registri tedeschi, aiutati dallo storico Klaus Müller, Epstein e Friedman sono riusciti a risalire ad oltre 100.000 casi di arresto aventi come movente il celeberrimo “paragrafo 175”: circa 15.000 di questi furono mandati nei campi di concentramento e solo 4.000 di essi fecero ritorno a casa. Alle donne, considerate il simbolo della maternità dai nazisti, fu risparmiata la deportazione in massa e molte scelsero l'esilio. Paragraph 175 rimane, senza dubbio, un sentito atto di denuncia, lineare e scorrevole nella narrazione, che alterna le interviste alle bellissime riprese d'epoca, pur con qualche fastidioso picco di enfasi retorica. Presentato al Festival di Berlino.