Norman è un undicenne ossessionato dai mostri e dai film horror: nella cittadina in cui vive è considerato uno stramboide e non ha amici. Nessuno si immagina che Norman ha un potere straordinario: poter comunicare con gli spiriti. Quando i morti cominceranno a risvegliarsi, toccherà al ragazzino proteggere la comunità dal male.
Seconda produzione della Laika Entertainment (dopo il fortunato e bellissimo Coraline e la porta magica del 2009), ParaNorman è un simpatico omaggio al genere horror in formato stop-motion. Non si contano le citazioni (tra streghe, zombie e fantasmi) dell'universo orrorifico made in Usa e l'impianto visivo è molto suggestivo, soprattutto nelle sequenze del confronto tra Norman e la giovane streghetta Agatha. Numerosi riferimenti storici ai processi per stregoneria di Salem e dintorni e qualche salace battuta zombie-style completano l'opera. Gradevole e ben bilanciato tra commedia, azione e sentimento, anche se diretto a un pubblico giovanissimo non scontenta gli spettatori più adulti: gli appassionati godranno immensamente dei titoli di testa che riprendono gli horror anni Cinquanta di Mario Bava e della Hammer. Numerosi i momenti di dolce maliconia, tra le apparizioni della nonna-fantasma e il dramma di Agatha, piccola vittima dell'ottusità del suo tempo. Uno dei due registi, l'esordiente Chris Butler, si è fatto le ossa lavorando per Henry Selick: anche se manca un pizzico della poesia cui ci ha abituati il suo maestro, la lezione può considerarsi imparata. Curiosità: Paranorman è uno dei pochi film per ragazzi dove un personaggio (il bellimbusto Mitch, in originale doppiato da Casey Affleck) fa outing, dichiarando la propria omosessualità. La versione 3D contribuisce ad amplificare il fascino horror e un po' labirintico delle sequenze più elaborate.