Paris, Texas
Paris, Texas
1984
Paesi
Rft, Francia, Gran Bretagna, Usa
Genere
Drammatico
Durata
147 min.
Formato
Colore
Regista
Wim Wenders
Attori
Harry Dean Stanton
Hunter Carson
Justin Hogg
Nastassja Kinski
Dean Stockwell
Aurore Clément
John Lurie
Travis Henderson (Harry Dean Stanton) attraversa a piedi da solo l'assolato deserto americano. Suo fratello (Dean Stockwell) riesce a trovarlo e lo conduce a Los Angeles, dove il silenzio in cui l'uomo è chiuso si apre dopo l'incontro con il piccolo figlio Hunter (Hunter Carson), mai più rivisto dopo la separazione con la moglie.
Film cardine dell'intera opera di Wim Wenders, costruisce la sua grandezza, oltre che sull'innegabile capacità di un cineasta qui nel pieno della sua ispirazione, su tre elementi fondamentali. Straordinaria è l'interpretazione di Harry Dean Stanton, culmine di tutta la sua carriera, nei panni di un muto rabdomante dell'anima in fuga da un doloroso passato. Ottima è la sceneggiatura di Sam Shepard, in mirabile equilibrio tra lirismo e malinconia. Vette altissime sono raggiunte dalla colonna sonora di Ry Cooder, pietra miliare della slide guitar contaminata con influenze mariachi. Sintesi perfetta di questi contributi, Paris, Texas si delinea come racconto morale dal valore universale, che si snoda fluido e solenne nella cristallina wilderness dei grandi spazi aperti americani. Il paesaggio, come sempre in Wenders, non è solo metafora della condizione esistenziale, ma ambiente in grado di condizionarla. Tra la polvere del deserto, il protagonista della pellicola cerca di tornare nel luogo sperduto del suo passato per elaborare il dolore di una storia personale segnata dal fallimento. Road-movie profondamente ibridato con il western, commuove con la sua dolente umanità senza sottrarre nulla a un impianto estetico di grandissima suggestione. Su tutte, una sequenza si sedimenta nel cuore e nella memoria come nessun'altra nel cinema wendersiano: il filmino in super 8 mostrato a Travis sulle note struggenti della Cancion Mixteca.
Film cardine dell'intera opera di Wim Wenders, costruisce la sua grandezza, oltre che sull'innegabile capacità di un cineasta qui nel pieno della sua ispirazione, su tre elementi fondamentali. Straordinaria è l'interpretazione di Harry Dean Stanton, culmine di tutta la sua carriera, nei panni di un muto rabdomante dell'anima in fuga da un doloroso passato. Ottima è la sceneggiatura di Sam Shepard, in mirabile equilibrio tra lirismo e malinconia. Vette altissime sono raggiunte dalla colonna sonora di Ry Cooder, pietra miliare della slide guitar contaminata con influenze mariachi. Sintesi perfetta di questi contributi, Paris, Texas si delinea come racconto morale dal valore universale, che si snoda fluido e solenne nella cristallina wilderness dei grandi spazi aperti americani. Il paesaggio, come sempre in Wenders, non è solo metafora della condizione esistenziale, ma ambiente in grado di condizionarla. Tra la polvere del deserto, il protagonista della pellicola cerca di tornare nel luogo sperduto del suo passato per elaborare il dolore di una storia personale segnata dal fallimento. Road-movie profondamente ibridato con il western, commuove con la sua dolente umanità senza sottrarre nulla a un impianto estetico di grandissima suggestione. Su tutte, una sequenza si sedimenta nel cuore e nella memoria come nessun'altra nel cinema wendersiano: il filmino in super 8 mostrato a Travis sulle note struggenti della Cancion Mixteca.
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