Il partigiano Johnny
2000
Paese
Italia
Generi
Storico, Guerra, Drammatico
Durata
135 min.
Formato
Colore
Regista
Guido Chiesa
Attori
Stefano Dionisi
Fabrizio Gifuni
Andrea Prodan
Alberto Gimignani
Claudio Amendola
Giuseppe Cederna
Umberto Orsini
Chiara Muti
Lina Bernardi
Tony Bertorelli
Felice Andreasi
Fabio De Luigi
Flavio Insinna
Antonio Petruccioli
Con l'armistizio Johnny (Stefano Dionisi), studente universitario, è obbligato a nascondersi per non dover combattere per i fascisti, ma, in seguito alla notizia della morte di un amico, decide di unirsi ai partigiani. Inizialmente combatte con un gruppo di stampo comunista, per poi legarsi ai militanti vicini agli alleati, guidati dal comandante Nord (Claudio Amendola).
Il film riprende il celeberrimo romanzo postumo di Beppe Fenoglio ed è stato fortemente voluto dal regista, Guido Chiesa, nonostante la fonte letteraria, incompiuta, sia al centro di una complessa vicenda editoriale e non esista, di fatto, una versione autografa definitiva. Il lungometraggio tenta pedestremente di ovviare a questa mancanza di margini netti con una sceneggiatura colma di retorica e frasi fatte, perdendo la possibilità di definire dei personaggi forti e accontentandosi di dipingerli all'interno di stereotipi poco coinvolgenti. Al totale scempio della materia di partenza si aggiunge una regia enfatica, ossessionata dalla camera a mano nelle scene di battaglia e dai ralenti in quelle più importanti. Il risultato è puerile e superficiale, lontano anni luce dal testo di Fenoglio. Incolore il cast.
Il film riprende il celeberrimo romanzo postumo di Beppe Fenoglio ed è stato fortemente voluto dal regista, Guido Chiesa, nonostante la fonte letteraria, incompiuta, sia al centro di una complessa vicenda editoriale e non esista, di fatto, una versione autografa definitiva. Il lungometraggio tenta pedestremente di ovviare a questa mancanza di margini netti con una sceneggiatura colma di retorica e frasi fatte, perdendo la possibilità di definire dei personaggi forti e accontentandosi di dipingerli all'interno di stereotipi poco coinvolgenti. Al totale scempio della materia di partenza si aggiunge una regia enfatica, ossessionata dalla camera a mano nelle scene di battaglia e dai ralenti in quelle più importanti. Il risultato è puerile e superficiale, lontano anni luce dal testo di Fenoglio. Incolore il cast.
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