Salvo (Francesco Pannofino) è un operaio che non si rassegna al licenziamento e, per protesta, sale su una torretta, dove viene raggiunto da un sindacalista (Roberto Citran) e dal custode (Carlo Giuseppe Gabardini). Durante la notte, i tre discuteranno di politica italiana e appianeranno le loro apparenti divergenze. Tratto dal saggio di Enrico Deaglio Patria 1978-2008, in cui il trentennio in questione viene raccontato attraverso 500 storie, insieme ai ricordi personali dell'autore, il film è una mescolanza malriuscita di fiction e documentario, in cui verso il finale compare anche un inserto di animazione. Ai dialoghi didascalici e scontati dei tre protagonisti, si alternano filmati di repertorio che mostrano momenti salienti e drammatici della storia italiana, dal sequestro Moro alla strage di Capaci. Pannofino sbraita molto a sproposito, mentre Gabardini dà vita a un personaggio-macchietta, nerd e autistico, senza una motivazione chiara, mentre Citran, nei panni dell'irriducibile sindacalista, fa sfoggio della peggior retorica stantia della vecchia sinistra. Inevitabile il finale buonista, dove "fascisti" e "comunisti" diventano amici per la vita. Una banalizzazione del quadro storico e sociale di casa nostra, didascalica e francamente imbarazzante, buona per un manualetto delle scuole medie.