La paura – Non credo più all'amore
1954
Paesi
Italia, Rft
Generi
Drammatico, Sperimentale
Durata
75 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Roberto Rossellini
Attori
Ingrid Bergman
Mathias Wieman
Renate Mannhardt
Kurt Kreuger
Elise Aurlinger
Elisabeth Wischert
Gabriele Seitz
Klaus Kinski
Germania, anni '50. Brillante direttrice di una ditta di prodotti farmaceutici e moglie fedifraga, Irene (Ingrid Bergman) viene ricattata da una donna che sostiene di essere la moglie del suo amante. Dopo un progressivo esaurimento nervoso causato dalle continue pressioni e dalla paura di essere scoperta dal proprio marito, Irene scoprirà una verità scioccante.
Ultima collaborazione tra Rossellini e Ingrid Bergman: un nervoso e rarefatto dramma esistenziale con più d'un riflesso autobiografico (la storia d'amore tra l'attrice e il regista stava realmente finendo), che vede l'autore romano tornare a indagare la situazione etica, morale, sociale della Germania del dopoguerra. Se in Germania anno zero (1948) si descriveva il vuoto morale lasciato dal conflitto bellico nel '46, ne La paura – Non credo più all'amore si racconta l'umanità tedesca che è stata prodotta da quel periodo terribile e la sua anima inquieta e sofferente. Forse poco compatta e coesa ma suggestiva e onirica (con la fotografia di Carlo Carlini e Heinz Schnackertz che richiama all'estetica espressionista), la pellicola rimane in ogni caso l'ennesimo, splendido tassello di uno dei maggiori autori italiani di sempre, riscoperto solo tardivamente come grande innovatore anche nella sua versione “mistica” e non solo in quella neorealista. Stroncato dalla critica italiana al momento dell'uscita, fu il film che ruppe ogni rapporto tra la produzione e Rossellini, il quale dal quel momento in poi fece molta fatica a trovare finanziamenti. Esistono due diverse versioni finali: una più conciliante e l'altra decisamente più amara. Il soggetto è ispirato alla novella Angst di Stefan Zweig, adattata da Sergio Amidei e Franz von Treuberg. Il travestito nel club è un giovane Klaus Kinski.
Ultima collaborazione tra Rossellini e Ingrid Bergman: un nervoso e rarefatto dramma esistenziale con più d'un riflesso autobiografico (la storia d'amore tra l'attrice e il regista stava realmente finendo), che vede l'autore romano tornare a indagare la situazione etica, morale, sociale della Germania del dopoguerra. Se in Germania anno zero (1948) si descriveva il vuoto morale lasciato dal conflitto bellico nel '46, ne La paura – Non credo più all'amore si racconta l'umanità tedesca che è stata prodotta da quel periodo terribile e la sua anima inquieta e sofferente. Forse poco compatta e coesa ma suggestiva e onirica (con la fotografia di Carlo Carlini e Heinz Schnackertz che richiama all'estetica espressionista), la pellicola rimane in ogni caso l'ennesimo, splendido tassello di uno dei maggiori autori italiani di sempre, riscoperto solo tardivamente come grande innovatore anche nella sua versione “mistica” e non solo in quella neorealista. Stroncato dalla critica italiana al momento dell'uscita, fu il film che ruppe ogni rapporto tra la produzione e Rossellini, il quale dal quel momento in poi fece molta fatica a trovare finanziamenti. Esistono due diverse versioni finali: una più conciliante e l'altra decisamente più amara. Il soggetto è ispirato alla novella Angst di Stefan Zweig, adattata da Sergio Amidei e Franz von Treuberg. Il travestito nel club è un giovane Klaus Kinski.
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