Accusata di omicidio, la prostituta d'alto bordo Claudia Draper (Barbra Streisand) rifiuta l'avvocato impostole dalla famiglia, preferendo il difensore d'ufficio Aaron Levinsky (Richard Dreyfuss). Quest'ultimo, mirando a negare l'infermità mentale per arrivare al processo, scoperchierà un passato inconfessabile. Thriller giudiziario che sfocia nello psicodramma, Pazza è un film che, pur essendo palesemente costruito su un personaggio tratteggiato ad hoc per esaltare i virtuosismi attoriali di Barbra Streisand, non è privo di motivi di interesse. Tratto da un'opera teatrale di Tom Topor (anche sceneggiatore con Darryl Ponicsan e Alvin Sargent), risponde al requisito fondamentale del genere: uno script perfettamente calibrato, che compensa la staticità dell'azione con la verve dei dialoghi e il dosaggio delle informazioni da fornire allo spettatore, creando un crescendo di pathos che rivela a poco a poco il vissuto del personaggio, le sue scelte di vita, il trauma alla base della sua situazione. Originale il suo essere un legal thriller quasi senza il processo, perfetto nel dipingere una gabbia in cui è caduta la protagonista, esaltando il terrore di essere considerati malati pur essendo perfettamente sani. Occasione mancata a livello narrativo è quella dell'ambiguità: se ci si fosse astenuti da rassicuranti giustificazioni (i flashback banali e telefonati) sul crimine al centro della vicenda, la pellicola avrebbe potuto spiccare, ben più decisamente, il volo. Ultima interpretazione di Karl Malden, patrigno della protagonista con un grosso segreto da nascondere; Eli Wallach è il dottor Morrison.