La pelle che abito
La piel que habito
2011
Paese
Spagna
Generi
Thriller, Noir, Drammatico
Durata
120 min.
Formato
Colore
Regista
Pedro Almodóvar
Attori
Antonio Banderas
Elena Anaya
Marisa Paredes
Jan Cornet
Il dottor Ledgard (Antonio Banderas), dopo un tragico incidente che ha coinvolto sua moglie, si è dedicato interamente alla ricerca scientifica, e in particolare alla realizzazione di tessuti umani per ustionati gravi, tenendo segregata come una cavia la giovane Vera (Elena Anaya) nella sua villa/clinica. Le cose non sono però come sembrano.
Tratto dal romanzo Tarantola del francese Thierry Jonquet, La pelle che abito è la storia di un'ossessione, di una continua ricerca della perfezione, che Pedro Almodóvar esemplifica attraverso il rigore formale di una pellicola di grande eleganza, curata nei dettagli e sinuosa nei movimenti di macchina. A livello narrativo il regista spagnolo riprende la miscela di melodramma, commedia paradossale e thriller che da tempo contraddistingue il suo cinema, virando però verso una deriva horror che non convince fino in fondo. Almodóvar confeziona un patinato thriller di indubbio fascino, che non riesce però a uscire da un cortocircuito di autocompiaciuti ammiccamenti e rimandi cinéphile (Occhi senza volto di Georges Franju, del 1960, in primis) che rendono la pellicola coinvolgente solo a metà. Gli spunti numerosi, la buona caratterizzazione dei personaggi e l’apparato formale di pregevole fattura permettono comunque al regista spagnolo di portare a casa un discreto risultato, seppur nettamente inferiore rispetto ai titoli più significativi della sua carriera.
Tratto dal romanzo Tarantola del francese Thierry Jonquet, La pelle che abito è la storia di un'ossessione, di una continua ricerca della perfezione, che Pedro Almodóvar esemplifica attraverso il rigore formale di una pellicola di grande eleganza, curata nei dettagli e sinuosa nei movimenti di macchina. A livello narrativo il regista spagnolo riprende la miscela di melodramma, commedia paradossale e thriller che da tempo contraddistingue il suo cinema, virando però verso una deriva horror che non convince fino in fondo. Almodóvar confeziona un patinato thriller di indubbio fascino, che non riesce però a uscire da un cortocircuito di autocompiaciuti ammiccamenti e rimandi cinéphile (Occhi senza volto di Georges Franju, del 1960, in primis) che rendono la pellicola coinvolgente solo a metà. Gli spunti numerosi, la buona caratterizzazione dei personaggi e l’apparato formale di pregevole fattura permettono comunque al regista spagnolo di portare a casa un discreto risultato, seppur nettamente inferiore rispetto ai titoli più significativi della sua carriera.
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