Penance
Shokuzai
2012
Paese
Giappone
Genere
Drammatico
Durata
270 min.
Formato
Colore
Regista
Kiyoshi Kurosawa
Attori
Masaaki Akahori
Manatsu Kimura
Kyōko Koizumi
Teruyuki Kagawa
Sakura Ando
Hazuki Kimura
Mentre sta giocando nel cortile della scuola con quattro sue amichette, la piccola Emili (Hazuki Kimura) viene adescata da un uomo misterioso, violentata e brutalmente uccisa. Quindici anni dopo, le quattro, diventate ormai donne, non sono ancora state perdonate dalla madre di Emili (Kyōko Koizumi) per non essere riuscite a fornire indizi utili alla cattura dell'assassino. In qualche modo il passato tornerà a bussare alla porta di ciascuna di loro.
Presentata fuori concorso alla Mostra di Venezia 2012, è la versione cinematografica della miniserie in cinque episodi basata sull'omonimo romanzo di Kanae Minato, diretta dal regista di culto Kiyoshi Kurosawa e andata in onda sul canale satellitare WOWOW agli inizi del 2012. 300 minuti ridotti a 270 attraverso un lavoro di limatura che poco ha inciso sulla originaria struttura televisiva, organizzata in un breve prologo, quattro storie semi-autoconclusive e un lungo epilogo. Filo conduttore il doppio tema di colpa ed espiazione che lega e percorre le vicende di ogni personaggio e da cui Kurosawa prende le mosse per fornire lo spaccato di un Giappone dalle numerose sfaccettature, oscuro e violento, fragile e irrisolto, indagato con un occhio distaccato e lucidamente pessimista. Nessun ricorso al sovrannaturale da parte di un regista che vi ha costruito buona parte della sua fama (Pulse, del 2001, su tutti), stavolta i fantasmi sono quelli del passato, di colpe e vendette remote che si rinnovano in un contesto di ciclicità karmica. Scelto un registro diverso per ogni storia, Kurosawa riesce a dare organicità e compattezza a una materia difficile e composita, ma nell'ultima ora (coincidente con il quinto episodio della serie) il desiderio di far quadrare tutti i conti porta le spiegazioni ad affastellarsi le une sulle altre e il pathos fino a quel momento abilmente costruito si smorza sotto il peso di un'eccessiva e inadeguata verbosità. In ogni caso, da vedere.
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