Perdutamente tua
Now, Voyager
1942
Paese
Usa
Generi
Drammatico, Sentimentale
Durata
117 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Irving Rapper
Attori
Bette Davis
Paul Henreid
Claude Rains
Gladys Cooper
Bonita Granville
Mary Wickes
Boston. In preda a un grave esaurimento nervoso dovuto alla castrante presenza dell'anziana madre (Gladys Cooper), che le ha sempre impedito di godersi la vita, la giovane Charlotte (Bette Davis) viene affidata alle cure del comprensivo dottor Jaquith (Claude Rains). Dopo un periodo di riabilitazione, Charlotte parte per una crociera verso Rio de Janeiro, nel tentativo di riappropriarsi della propria identità di donna. A bordo conosce il galante architetto Jerry (Paul Henreid) e se ne innamora perdutamente. Ma, una volta tornati negli Stati Uniti, il loro rapporto, custodito da entrambi come un prezioso segreto, dovrà fare fronte a mille ostacoli. Una delle pietre miliari del mélo anni '40 targato Warner Bros, che riesce a unire con sapiente armonia il dramma psicologico da camera e la passione dei sentimenti all'interno di una delle storie d'amore (mancato) più celebri della storia del cinema. Coraggioso nell'attaccare il puritanesimo bigotto dell'alta società attraverso la minuziosa descrizione di un ambiente famigliare asfittico e opprimente, racchiuso nella figura dominante della soffocante genitrice («A volte la tirannia di una madre è l'espressione del suo amore materno»), diventa un ritratto femminile a tutto tondo, grazie all'impeccabile montaggio e alla fluida regia di Rapper. L'ambientazione segue alla perfezione il percorso interiore ed esteriore della protagonista, anima in delirio condannata a eterna sofferenza: dalla lussuosa e severa dimora di Boston, aggrappata a un coriaceo orgoglio radicato nel passato, si passa al clima esotico e disteso del Brasile dove, tra un contrattempo (la simpatica disavventura con l'eccentrico autista) e un abbraccio al chiaro di luna, scoppia l'amore. Straordinaria Bette Davis, in una delle sue interpretazioni più memorabili: la sua Charlotte è una figura tormentata alla ricerca di affetti perduti, schiacciata da desideri repressi e subitanei fremiti sessuali, in bilico tra tradimento e senso di colpa. La sua rinuncia consapevole diventa la rappresentazione di una condizione di mancanza esistenziale a cui è impossibile fare fronte. Dopotutto, non bisogna pretendere la luna quando si hanno già le stelle. Al di là della personalità con cui affronta il melodramma, rimane un complesso studio dell'emancipazione femminile e delle conseguenze traumatiche di un'educazione che nega il libero arbitrio. Basato sul romanzo Now, Voyager di Olive Higgins Prouty. Fotografia di Sol Polito, musiche di Max Steiner (premiate con l'Oscar) e costumi di Orry-Kelly, a cui la Davis diede più di un consiglio.
Maximal Interjector
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