Persuasione

Primi dell'Ottocento. Anne Elliot (Amanda Root), appartenente a una nobile famiglia decaduta che può ancora vantare un certo prestigio, anni prima fu spinta a lasciarsi con l'ufficiale Frederick Wentworth (Ciaran Hinds), colpevole di non avere né il blasone né il denaro. Ora il padre, sir Walter Elliot (Corin Redgrave), in ristrettezze economiche, decide di affittare la casa di famiglia all'ammiraglio Croft (John Woodvine), che porta con sé lo stesso Frederick, suo cognato, che ora ha fatto carriera.

Per il suo esordio nel cinema di finzione, Roger Michell sceglie di trasporre l'ultimo romanzo di Jane Austen (1775-1817), Persuasione, composto dall'autrice nel 1815-1816 e pubblicato postumo dal fratello nel 1818. Un adattamento fedele allo spirito pungente e poco ironico del testo di partenza, sostenuto da una regia che lavora molto su dettagli e primi piani, cercando di offrire una visione più intima e diretta possibile dei personaggi. Efficace la resa di certi ambienti sociali, troppo attenti a etichette e lignaggio, incapaci di dare peso alle persone e alle loro doti. Girata in gran parte in interni, è un interessante esempio di cinema letterario dotato di una propria anima: niente di trascendentale o troppo originale, ma la confezione è (quasi) impeccabile.