Pet Sematary
Pet Sematary
2019
Netflix
Paese
Usa
Genere
Horror
Durata
101 min.
Formato
Colore
Registi
Kevin Kölsch
Dennis Widmyer
Attori
Jason Clarke
Amy Seimetz
John Lithgow
Jeté Laurence
Hugo Lavoie
Lucas Lavoie
Obssa Ahmed
Alyssa Brooke Levine
Maria Herrera
Il dottor Louis Creed (Jason Clarke) si trasferisce, insieme alla moglie Rachel (Amy Seimetz) e ai due figli, da Boston a una località rurale del Maine, scoprendo un misterioso cimitero vicino alla nuova casa. Quando una tragedia colpisce la sua famiglia, Louis si rivolge al suo bizzarro vicino, Jud Crandall (John Lithgow), scatenando terribili forze oscure.
Adattamento del noto romanzo omonimo di Stephen King, già portato al cinema nel 1989 da Mary Lambert in Cimitero vivente, Pet Sematary è una trasposizione che gioca molto sul sicuro, lavorando con calcolata compostezza sui codici più abusati dell’horror contemporaneo, rispetto ai quali l’innovazione e gli scarti sono minimi, ma riducendo giocoforza molto del potenziale intrinseco ed evocativo delle pagine del Re. In questa versione cinematografica del libro, al centro della terribile vicenda non c’è il piccolo Cage ma la sorella maggiore undicenne, rivelazione già avvallata dal trailer con tanto di puntuale irritazione per lo spoiler smascherato già in sede di marketing: un’innovazione, rispetto al libro, che produce uno spunto d’interesse in più (il confitto con un mondo materno e femminile terrificante e insondabile), ma nonostante un’ottima resa e delle discrete performance attoriali tale spunto non è particolarmente legittimato a livello narrativo, in linea con l’assenza complessiva di una rilettura originale e significativa del romanzo. Le strizzate d’occhio al film realizzato trent’anni fa non mancano, ma un pizzico di personalità in più non avrebbe guastato in termini di sostanza e la presenza marcata dei consueti jump-scare finisce con l’estinguere una buona dose di paura, che nel finale approda comunque al suo massimo apice. Il celebre brano dei Ramones viene raffinato, in tonalità musicali più sintetiche ma anche molto più stanche, dagli Starcrawler.
Adattamento del noto romanzo omonimo di Stephen King, già portato al cinema nel 1989 da Mary Lambert in Cimitero vivente, Pet Sematary è una trasposizione che gioca molto sul sicuro, lavorando con calcolata compostezza sui codici più abusati dell’horror contemporaneo, rispetto ai quali l’innovazione e gli scarti sono minimi, ma riducendo giocoforza molto del potenziale intrinseco ed evocativo delle pagine del Re. In questa versione cinematografica del libro, al centro della terribile vicenda non c’è il piccolo Cage ma la sorella maggiore undicenne, rivelazione già avvallata dal trailer con tanto di puntuale irritazione per lo spoiler smascherato già in sede di marketing: un’innovazione, rispetto al libro, che produce uno spunto d’interesse in più (il confitto con un mondo materno e femminile terrificante e insondabile), ma nonostante un’ottima resa e delle discrete performance attoriali tale spunto non è particolarmente legittimato a livello narrativo, in linea con l’assenza complessiva di una rilettura originale e significativa del romanzo. Le strizzate d’occhio al film realizzato trent’anni fa non mancano, ma un pizzico di personalità in più non avrebbe guastato in termini di sostanza e la presenza marcata dei consueti jump-scare finisce con l’estinguere una buona dose di paura, che nel finale approda comunque al suo massimo apice. Il celebre brano dei Ramones viene raffinato, in tonalità musicali più sintetiche ma anche molto più stanche, dagli Starcrawler.
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