Il pianeta delle scimmie
Planet of the Apes
1968
Paese
Usa
Generi
Fantascienza, Avventura
Durata
112 min.
Formato
Colore
Regista
Franklin J. Schaffner
Attori
Charlton Heston
Roddy McDowall
Kim Hunter
Maurice Evans
James Whitmore
Linda Harrison
Anno 3972. Tre astronauti arrivano su un pianeta sconosciuto dove gli uomini sono ridotti in schiavitù da scimmie evolute. Il capitano George Taylor (Charlton Heston), catturato, cercherà di dimostrare la propria intelligenza per porre fine alla segregazione del genere umano.
Tratto dall'omonimo romanzo del francese Pierre Boulle, uno dei più importanti e influenti film di sci-fi apocalittica della storia del cinema. Geniale esempio di fanta-avventura non priva di risvolti inquietanti, è un cupo apologo sull'incapacità dell'uomo di gestire le scoperte scientifiche e sulla sua naturale propensione alla segregazione e alla violenza. Se, infatti, per tutto il film la rappresentazione della teocrazia delle scimmie (dove la fede domina la scienza e rifiuta la ricerca) è in tutto e per tutto una metafora dell'oscurantismo cattolico che schiacciò il progresso – come non vedere richiami a Galileo e a Giordano Bruno nel processo in cui le scimmie che difendono Taylor sono condannate per eresia? – la celebre e meravigliosa scena finale, in cui appare la statua della libertà distrutta, rimescola le carte in tavola, insinuando il dubbio che il progresso non sempre faccia rima con pace e benessere. Coinvolgente dall'inizio alla fine ed eccezionale nella puntigliosa descrizione dei caratteri, tra cui spiccano, oltre al protagonista, la figura della scienziata animalista Zira (Kim Hunter) e dell'archeologo Cornelius (Roddy McDowall). Fotografia di Leon Shamroy, musiche di Jerry Goldsmith. Oscar al miglior trucco.
Tratto dall'omonimo romanzo del francese Pierre Boulle, uno dei più importanti e influenti film di sci-fi apocalittica della storia del cinema. Geniale esempio di fanta-avventura non priva di risvolti inquietanti, è un cupo apologo sull'incapacità dell'uomo di gestire le scoperte scientifiche e sulla sua naturale propensione alla segregazione e alla violenza. Se, infatti, per tutto il film la rappresentazione della teocrazia delle scimmie (dove la fede domina la scienza e rifiuta la ricerca) è in tutto e per tutto una metafora dell'oscurantismo cattolico che schiacciò il progresso – come non vedere richiami a Galileo e a Giordano Bruno nel processo in cui le scimmie che difendono Taylor sono condannate per eresia? – la celebre e meravigliosa scena finale, in cui appare la statua della libertà distrutta, rimescola le carte in tavola, insinuando il dubbio che il progresso non sempre faccia rima con pace e benessere. Coinvolgente dall'inizio alla fine ed eccezionale nella puntigliosa descrizione dei caratteri, tra cui spiccano, oltre al protagonista, la figura della scienziata animalista Zira (Kim Hunter) e dell'archeologo Cornelius (Roddy McDowall). Fotografia di Leon Shamroy, musiche di Jerry Goldsmith. Oscar al miglior trucco.
Iscriviti
o
Accedi
per commentare
Dallo stesso regista
Rai Play
Dal
18 agosto, 2019
TV 2000
21:30