Maria (Giulia Boschi), giovane studentessa universitaria, è ricoverata in clinica insieme al fidanzato Paolo (François Siener) per disintossicarsi dall'eroina. Dopo un periodo in cui provano a prendere le distanze l'uno dall'altra, i due tornano insieme per un viaggio idilliaco all'estero ma, al ritorno, non possono fare a meno di riprendere il vizio che pensavano di aver abbandonato. Esordio alla regia della più piccola delle sorelle Comencini, Francesca, per una pellicola che riesce a mantenere un buon equilibrio senza eccedere in quei facili entusiasmi tipici delle opere prime. La regista lavora per sottrazione, preferendo toni sommessi a scene eccessivamente tragiche, nonostante la tematica trattata potrebbe invitare, con una certa facilità, a urla e scenate. L'angoscia e il tormento della protagonista sono proposti con intelligenza, mostrando come si trovi combattuta tra un rapporto nocivo (di cui però non sa fare a meno) e la volontà di lottare per mantenersi in vita, allontanandosi dalla droga. Poche sbavature, ma anche una narrazione ben poco originale e che, in fondo, non rischia poi troppo. Meritato Nastro d'argento all'esordiente Giulia Boschi.