Piccole donne
Little Women
1949
Paese
Usa
Generi
Drammatico, Sentimentale
Durata
122 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Mervyn LeRoy
Attori
June Allyson
Peter Lawford
Margaret O'Brien
Elizabeth Taylor
Janet Leigh
Leon Ames
Mary Astor
Dopo lo scoppio della Guerra di Secessione, le sorelle March (June Allyson, Elizabeth Taylor, Janet Leigh e Margaret O'Brien) rimangono in casa con la loro mamma (Mary Astor) mentre il padre (Leon Ames) deve partire per il fronte. Nonostante le differenze di interessi, carattere e aspirazione, le quattro costituiscono un clan unitissimo.
Remake dell'omonima pellicola del 1933 diretta da George Cukor, Piccole donne è un agrodolce melodramma familiare che si avvale dell'esperta e raffinata regia di Mervyn LeRoy e, soprattutto, di un cast strepitoso tra cui svettano i nomi di Elizabeth Taylor e Janet Leigh. La pellicola è perfettamente calata nel genere di riferimento, al quale si devono sia i meriti dei pregi (una forte emotività espressa attraverso le microstorie delle fanciulle che si intrecciano con la storia più ampia della Guerra) che le responsabilità dei difetti (il film è un po' troppo retorico e ripetitivo, nascondendo dietro ai buoni sentimenti anche le derive più tragiche). LeRoy dirige il tutto con il solito tatto sofisticato e attento ai minimi dettagli, abile nel saper dosare intelligentemente i momenti più intensi con episodi meno impegnativi (non dimentichiamoci che il regista aveva già dimostrato il suo talento nel ritrarre scenari melodrammatici realizzando titoli come Il ponte di Waterloo del 1940 o Prigionieri del passato del 1942). La pellicola venne nominata a due premi Oscar, per la miglior fotografia e la miglior scenografia, riuscendo a trionfare solo in quest'ultima categoria. Nel 1994, Gillian Armstrong dirigerà un altro omonimo remake del film.
Remake dell'omonima pellicola del 1933 diretta da George Cukor, Piccole donne è un agrodolce melodramma familiare che si avvale dell'esperta e raffinata regia di Mervyn LeRoy e, soprattutto, di un cast strepitoso tra cui svettano i nomi di Elizabeth Taylor e Janet Leigh. La pellicola è perfettamente calata nel genere di riferimento, al quale si devono sia i meriti dei pregi (una forte emotività espressa attraverso le microstorie delle fanciulle che si intrecciano con la storia più ampia della Guerra) che le responsabilità dei difetti (il film è un po' troppo retorico e ripetitivo, nascondendo dietro ai buoni sentimenti anche le derive più tragiche). LeRoy dirige il tutto con il solito tatto sofisticato e attento ai minimi dettagli, abile nel saper dosare intelligentemente i momenti più intensi con episodi meno impegnativi (non dimentichiamoci che il regista aveva già dimostrato il suo talento nel ritrarre scenari melodrammatici realizzando titoli come Il ponte di Waterloo del 1940 o Prigionieri del passato del 1942). La pellicola venne nominata a due premi Oscar, per la miglior fotografia e la miglior scenografia, riuscendo a trionfare solo in quest'ultima categoria. Nel 1994, Gillian Armstrong dirigerà un altro omonimo remake del film.
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