Documentario su Pier Paolo Pasolini, realizzato dall'amica e collega Laura Betti: l'infanzia, i conflitti con il padre, l'affetto nei confronti della madre, il dolore per la morte del fratello, l'amore per la Roma borgatara e spontanea, la vocazione poetica, letteraria e cinematografica, il pensiero politico. Celebrazione assoluta di un personaggio tra i più complessi e contraddittori del XX secolo. Alternando picchi visivi, immagini di repertorio e brani di film, Laura Betti (che divide la regia con Paolo Costella) ricostruisce in maniera antinarrativa e antilineare la biografia pasoliniana, ponendo l'accento su concetti chiave quali il dubbio come base della consapevolezza sociale e la lotta contro Potere, consumismo e omologazione. Una successione di immagini e momenti avvolti da un'aura quasi onirica (come suggerisce il titolo stesso), che innerva di poesia aspetti controversi (l'omosessualità) e sgradevoli (la natura dell'omicidio di cui fu vittima Pasolini, le cui circostanze non furono mai pienamente chiarite). Un film affascinante ma limitativo e leggermente fazioso, e non poteva essere altrimenti, dato il coinvolgimento emozionale dell'autrice. Apparizioni, tra gli altri, di Franco e Sergio Citti, Ninetto Davoli, Francesca Archibugi, Bernardo Bertolucci, Paolo Volponi.