Un'immersione nei dogmi dell'austerity, che afferma con la voce di prestigiosi economisti, intellettuali ed esperti internazionali (Noam Chomsky, Erri De Luca, Yanis Varoufakis, Federico Rampini, Stefano Fassina, Warren Mosler, Paolo Barnard) quanto l'origine della crisi dei debiti europei non risieda nell'inadeguatezza delle popolazioni dei Paesi in crisi ma nelle fondamenta stesse dell'Euro. La sfida (cinque anni di ricerche e due di riprese) in cui Cutraro, Greco e Melchiorre si avventurano firmando è stimolante e coraggiosa: dimostrare come l'Euro non sia solo una moneta, ma una vera e propria visione politica utilizzata per condizionare gli sviluppi economici degli ultimi quindici anni. Più che di documentario, allora, sarebbe corretto parlare di film divulgativo: gli autori sposano infatti una tesi specifica e lavorano per cercare di dimostrarla senza lasciare minimamente spazio a opinioni differenti e/o opposte. Vengono intervistati giornalisti, studiosi, docenti, economisti e si cerca di "rileggere" la Storia economica contemporanea attraverso un preciso punto di vista. Il tema è spinoso e molto complesso e il film, oltre ad avvalersi della voce narrante di Claudio Santamaria, abbonda di grafiche e sequenze animate che richiamano il cinema di Michael Moore o Sabina Guzzanti. Nulla di nuovo, comunque, non tanto per una carenza autoriale, quanto per un disinteresse palese da parte dei registi nei confronti della forma a vantaggio del contenuto. Se il progetto riesce nell'intento di incuriosire lo spettatore e avvicinarlo a una materia lontana dal vissuto quotidiano, dall'altro non sembra essere in grado di evitare le trappole della retorica proprie di un'operazione divulgativa, ma piuttosto limitanti per la riuscita a tutto tondo di un'opera cinematografica.