Capitan Pirata, accompagnato dal fedele pappagallo Polly, è intenzionato a vincere il titolo di "Pirata dell'anno" sbaragliando un'agguerrita concorrenza. Mentre si sforza insieme alla sua sgangherata ciurma di raggiungere il sospirato riconoscimento, si imbatte nella nave di Charles Darwin: lo scienziato gli rivela che Polly è in realtà un dodo e lo spinge a presentare il volatile a Londra, nonostante la regina Vittoria abbia in odio i corsari. Una serie di avventure esilaranti ha inizio. Dopo la collaborazione con la Dreamworks, la Aardman produce per la seconda volta (la prima era stata Il figlio di Babbo Natale del 2011) insieme alla Sony Pictures Animation, tornando alla stop-motion tradizionale ma senza rinunciare a un largo impiego di computer grafica. Le avventure di Capitan Pirata e della sua poco minacciosa ciurma si basano largamente su pirateschi duelli di spada e assalti alle navi, ma non solo: le sequenze ambientate a Londra, senza rinunciare all'azione, si concedono ampie scorrazzate nel territorio della satira più pura. La regina Vittoria è infatti rappresentata come una rigida e disumana creatura interessata solo a divorare quanti più animali rari possibili, ritratta con l'elegante ferocia di cui solo lo studio Aardman è capace. Esilaranti siparietti comici sono regalati anche da Charles Darwin, dipinto come un imbranato invaghito della regina, e dal suo scimpanzé addomesticato Bobo. Nel complesso, un buon risultato con un interessante uso del 3D applicato alla stop motion. In originale Capitan Pirata e la regina sono doppiati da Hugh Grant e Imelda Staunton, in Italia ci siamo dovuti accontentare di Christian De Sica e Luciana Littizzetto (pessima e fastidiosa). Distribuito in America con il titolo The Pirates! Band of Misfits.