Armand Goldman (Robin Williams), per amore del figlio Val (Dan Futterman) e della di lui fidanzata Barbara (Calista Flockhart), primogenita di un integerrimo senatore repubblicano (Gene Hackman), deve celare la sua identità – è il proprietario gay di un frequentato cabaret di Miami – e organizzare una cena di benvenuto per la famiglia della ragazza, fingendosi eterosessuale. La farsa viene inizialmente organizzata alle spalle del suo suscettibile compagno (Nathan Lane). Ispirato alla pièce La Cage aux Folles di Jean Poiret del 1973 e (il)legittimo remake de Il vizietto (1978) di Edouard Molinaro, è una boutade eccessivamente colorita che, nonostante qualche momento spassoso, plana in una zona di confortevole e goffo buonismo, estraneo alla graffiante penna di Elaine May, che sceneggia la prima parte del film con la solita grinta, per poi accantonare tutto in maniera affrettata e conciliante. Menzione d'onore, tuttavia, all'intero cast: Williams e soprattutto Nathan Lane sono in discreta forma, e reggono il confronto con Ugo Tognazzi e Michel Serrault (indimenticate star de Il vizietto), mentre scintillano gli iper-conservatori Gene Hackman, Dianne Wiest, la caratterista di lusso Christine Baranski e, nei panni del domestico Agador, un grande Hank Hazaria.